Nel
2015 Los Angeles, seconda città più grande al mondo, ha gettato nel proprio
lago artificiale 96 milioni di palline nere di plastica, dal diametro di 10
centimetri.
Il problema: test effettuati nella struttura avevano rilevato la
presenza nel serbatoio di una pericolosa contaminazione di bromato, sostanza
lievemente cancerogena per l’uomo. Il bromato è la risultanza
accidentale della combinazione fra tre componenti: lo ione bromite, una
sostanza chimica che si forma naturalmente nell’acqua proveniente da falde
acquifere sotterranee; il cloro, da sempre impiegato per disinfettare
l’acqua da bere esposta agli elementi; e la luce del Sole, che scalda ed attiva
il miscuglio nel giro di qualche mese.
La soluzione: Tra i tre fattori, l’unico
che si potesse rimuovere era proprio la luce del Sole, visto che non era un
fattore endemico o necessario. Come prima cosa il lago venne svuotato
dell’acqua contaminata e riempito nuovamente di acqua pulita. La prima idea fu
di dividere il lago in due parti e ricoprirle con teli per la protezione dai
raggi UV, ma dati i costi troppo alti si passò all’ipotesi delle shade balls.
Per proseguire la lettura dell'articolo, seguire il
link di TGcom.
Le shade balls
Sferette scure dal diametro di 10 centimetri
e dal costo approssimativo di 96 cents ciascuna, semi-riempite d’acqua
affinché il vento non se le porti via.
Spiegazione più approfondita e video nel blog di Jacopo Ranieri, nel post "Milioni di palle per salvare la città di Los Angeles".
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