lunedì 8 gennaio 2018

I LAGHI ARTIFICIALI : SINTESI DEL BLOG



All’università sto frequentando un corso chiamato “Storia delle cose, anatomia e antropologia degli oggetti” che si inserisce all’interno delle discipline antropologiche e storico/filosofiche e intende analizzare il rapporto antropologico esistente tra l’oggetto e il suo costruttore/utilizzatore. Ma se non ho capito male questo corso ha anche l’obiettivo di renderci consapevoli di quanto “le cose” abbiano influenzato il corso della storia e la sua evoluzione fin ai giorni nostri, periodo in cui le cose stesse sono diventate parte integrante e fondante delle nostre vite. È per entrare meglio all’interno di questa presa di consapevolezza che ci è stato richiesto se volessimo fare un blog, nello specifico su un oggetto artificiale. Perché un blog, e cosa intendiamo per artificiale? Penso che il blog nasca dall’idea che, parlando di storia delle cose, la forma narrativa sia alla base della storia, poiché le cose devono essere raccontate e ricordate. Per artificiale invece è qui inteso un oggetto o artefatto che ha come caratteristica il fatto di essere una riproduzione della natura. A tal proposito ho condotto una ricerca interdisciplinare sul lago artificiale, che ha toccato discipline quali l’arte, la musica, la geografia, l’ingegneria idraulica, ma anche curiosità, progetti, numeri e catastrofi.

Se per lago intendiamo una grande massa per lo più di acqua dolce raccolta nelle cavità terresti, per lago artificiale intendiamo invece un bacino creato artificialmente dall’uomo tramite lo sbarramento di un corso d’acqua, allo scopo di contenere una notevole massa d’acqua per fini industriali, estetici o naturalistici. A differenza del lago naturale, quello artificiale viene principalmente sfruttato per la produzione di energia idroelettrica: quasi tutti questi laghi sono stati realizzati per questo scopo, anche se in seguito hanno spesso assunto altre funzioni, quali riserve d’acqua per l’irrigazione o per eventuali fenomeni di siccità, o fulcri di progetti per la realizzazione di parchi urbani (es. Central Parck o Alovera Beach), o hanno anche solo favorito il prestigio paesaggistico lungo le coste del lago creatosi a monte della diga. 

- Alovera Beach, Madrid - 

Il lago artificiale fu coinvolto per la prima volta in un brevetto nel 1883 per opera di Ossiaxt Gutheib  che brevettò una macchina che facilitasse il congelamento dell’acqua nei bacini idrici naturali o artificiali. Per quanto riguarda le forme dell’artefatto in esame, riassumerei che possono essere di tre tipi: i grandi laghi sorti dallo sbarramento di un corso d’acqua già esistente; i laghi urbani ideati per apportare unno specchio d’acqua di medie dimensioni all’interno di città con polmoni verdi; laghetti domestici, creati da privati all’interno delle proprie abitazioni e in genere di ridotte dimensioni. Lo sbarramento invece, elemento che contraddistingue principalmente il lago artificiale da quello naturale, può essere naturale o artificiale (diga).
Passando agli aspetti meno pragmatici, e più legati all’arte e “all’intrattenimento”, ho ritenuto opportuno fare dei riferimenti alla tragedia del Vajont, evento rimasto impresso nella storia italiana, ma anche nelle progettazioni straniere che seguirono: a tal proposito ho ritenuto opportuno richiamare il film “Vajont, il coraggio di sopravvivere” uscito nel 2001 e diretto da Renzo Martinelli e il fumetto o graphic novel “Vajont, storia di una diga” uscito nel 2013, Becco Giallo editore. 


- La strage del Vajont: prima e dopo -  

Numerosi sono stati però altri paesi che, sebbene più fortunati, a causa della costruzione di un lago artificiale hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni per poi vedere le proprie case sommerse dall’acqua. Tra questi sono stati citati i curiosi casi di: il lago di Resia e il campanile di Curon (Alto Adige); l’Atlantide cinese; la borgata Chiesa di Pontechianale (cuneese); la diga delle Tre Gole (Cina); la città di Mologa (Russia); il tempio di Quechula (Messico). L’aspetto affascinante di questi paesi sommersi è ciò che di loro permane, e che nei periodi di siccità riemerge, attirando turisti e curiosi. Cambiando argomento, parlando di primati, ho trovato informazioni e curiosità riguardanti la spiaggia urbana più grande d’Europa (Alovera Beach, Madrid), il lago e la diga che fino al 1933 hanno detenuto il primato americano per dimensioni (diga Hoover e il lagoMead), la diga più produttiva e pericolosa al mondo (diga delle Tre Gole, Cina). Per quanto riguarda i numeri invece, i laghi più grandi del mondo si trovano in Africa: il lago Kariba (Zambawe) con i suoi 180 km3. è il più grande per volume; il lago Volta in Ghana invece detiene il primato per l’area maggiore, uguale a 8482 km2.  
- Hoover dam -   

Altre curiosità, riguardanti il mondo dell’ingegneria e della progettazione, sono state riportate nel blog: è stato realizzato di recente il primo bacino artificiale con le onde (Surf Snowdonia Wavegarden), oppure il primo “acquedotto al contrario” (Olanda) con la strada che passa sotto l’acqua. Innovazione tecnologica è stata anche l’immissione delle 96 milioni di shade balls gettate all’interno del lago artificiale di Los Angeles, California, al fine di mantenere pulita e potabile l’acqua. 

 - Le shade balls, Los Angeles -

Infine mi sembra significativo sottolineare come nella letteratura e nella musica io abbia riscontrato che i laghi abbiano spesso un connotato malinconico, come nei versi di R.S. Thomas, o nelle canzoni della band lettone Ans.Andur.

Con questo blog spero di aver fornito degli aspetti interessanti e diversi di una “cosa artificiale” che poteva rischiare di essere descritta in maniera monotona o troppo ingegneristica. 
Ultimo ma non meno importante, per avere una visione d’insieme della mia analisi del lago artificiale, vi rimando a uno dei miei primi post (mappa concettuale) e successivamente ad uno degli ultimi (abecedario) al fine di vedere anche quali siano stati i punti di partenza e quelli di (quasi) arrivo della mia ricerca. 

Maria Pizzorni

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